Nella nostra fattoria c’è una continua ricerca di maggiore autonomia. Conseguentemente un continuo lavoro per aumentare l’autosufficienza in vari ambiti attraverso la capacità di produrre sempre una maggiore quantità di beni, generi alimentari e risorse energetiche.
Sento di dover fare una precisazione in tal proposito: autonomia non la intendo come un modo di isolatasi, anzi il contrario; l’autosufficienza passa, inevitabilmente dalla partecipazione ad una rete di relazioni sociali per  creare sinergie tra persone con passioni e capacità in vari mestieri e con saperi ed esperienze in diversi ambiti della vita.
Come succede in natura, si va a creare un sistema ecologico in equilibrio in cui tutti gli essere viventi appartenenti al sistema sono interconnessi tra loro, nasce una interdipendenza tra le specie. E’ in questo modo che sogno la società del futuro e al quale voglio partecipare, mettendo a disposizione il mio spazio e le mie esperienze
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Autosufficienza non funziona con i recinti, non è mai funzionato così, l’autosufficienza totale, vista come isolamento è innaturale, lo scambio energetico è sempre presente in natura. Il sistema vivente funzionava da miliardi di anni in maniera autonoma, equilibrata e sostenibile. L’essere umano ha interrotto questo equilibrio, depredando le risorse e distruggendo gli ecosistemi.
L’obbiettivo è far parte di una nuova concezione di società, riconnessa con la terra, con gli elementi, le stagioni e con i sistemi naturali. “Autosufficienza” come atto politico, è ricercare la libertà da sistemi socialmente, economicamente e ecologicamente degenerativi. “Autosufficienza” come progetto di cambiamento, prima come individuo, poi ricercata per creare relazione con la comunità attraverso eventi e progetti sociali per convivere con la natura in maniera equilibrata e armoniosa, per diventare parte di un sistema complesso, per tornare ad essere eco-centrici.